Il giardino giapponese ha in sé una componente artistica molto importante, quindi è essenziale svilupparlo seguendo le intuizioni e le impressioni che si hanno durante la realizzazione. Come in un'opera d'arte. Ecco quali sono gli elementi che possono comporlo.

L' ACQUA

Gli stagni, i ruscelli e le cascate nei giardini giapponesi, ↓

rappresentano laghi e mari, reali o mitologici. L’acqua, nella sua mutevolezza, trasmette calma, stupore e rinnovamento, oltre che ad avere la funzione pratica di rinfrescare il giardino nelle giornate più calde. L’orientamento degli elementi acquatici va accuratamente studiato in fase di progettazione, tenendo conto di come il sole vi si rifletterà nell’arco della giornata. Gli stagni (le cui dimensioni variano da molto piccole a grandi navigabili), sono, ovviamente, l’habitat ideale per le bellissime carpe broccate giapponesi (錦鯉 nishikigoi).

LA LANTERNA

Le lanterne di roccia vengono inserite nei giardini del tè per ↓

facilitare il transito notturno: la loro collocazione è quindi sempre funzionale (ad esempio nei pressi di un ponte o di una vasca). Esistono vari tipo di lanterna: da appoggio e su piedistallo. Celebre è il dai-dōrō (台灯籠 lampada a piattaforma): inizialmente introdotta dalla Cina all’interno dei templi buddhisti giapponesi (dove simboleggia un’offerta luminosa al Buddha), si diffonde poi tra il 1500 ed il 1600 anche all’interno dei Giardini del Tè. Il dai-dōrō nella sua forma completa (come la pagoda) è una rappresentazione dei 5 elementi della cosmologia buddhista: partendo dal basso le sue sezioni simboleggiano la terra, l’acqua, il fuoco, l’aria ed infine lo spirito.

LE PIANTE

Alberi, cespugli, prati e piante sono molto importanti ↓

nei giardini giapponesi: vengono inseriti con lo scopo di rappresentare la natura e la loro presenza deve essere bilanciata con gli altri elementi (come ad esempio acqua e rocce), senza mai prevalere. Le piante sono spesso scelte per la loro mutevolezza stagionale ed è nota la cura con la quale i giapponesi ne esaltano la bellezza delle forme tramite la potatura. Nei nostri giardini, oltre che ad inserire piante tipiche giapponesi (compatibilmente con il clima del luogo), utilizzaimo anche piante locali.

LE ROCCE

L’utilizzo delle rocce nei giardini giapponesi, ↓

anch’esso di origine cinese, viene descritto per la prima volta nell 11° secolo nel Sakuteiki, il più antico trattato nipponico sulla realizzazione di giardini: qui, la selezione ed il posizionamento delle rocce vengono definiti gli aspetti più importanti della progettazione. Le rocce possono essere collocate verticalmente a rappresentare picchi e montagne (spesso il leggendario monte Horai della mitologia buddhista) o orizzontalmente a rappresentare colline e dirupi, ma anche barche o addirittura animali (carpe e tartarughe) nella “corrente” rappresentata dalla ghiaia. Va ricordato, comunque, che non necessariamente nei giardini secchi Zen va ricercata una simbologia, perché spesso si tratta di composizioni astratte che hanno lo scopo di conciliare la meditazione e calmare la mente.

LA GHIAIA

La ghiaia è sempre stata presente nei giardini giapponesi, ↓

venendo già utilizzata nei luoghi sacri dello Shinto come elemento di purezza. Nei giardini secchi Zen la ghiaia diventa metafora dell’acqua e della vacuità, in contrapposizione con la solidità delle rocce (il mondo materiale). Quando si pensa alla ghiaia dei giardini giapponesi, non si può fare a meno di associarla alla maniera tipica in cui viene accuratamente “pettinata” con lo scopo di rappresentare generalmente le onde del mare o corsi d’acqua. Pettinare la ghiaia è una vera e propria forma di contemplazione ed una sfida di abilità e precisione. La ghiaia, che può avere grana più o meno grossa, viene preferita alla sabbia perché meno soggetta a vento e pioggia.

LE VASCHE

Lo tsukubai è una piccola vasca di pietra, ↓

(蹲踞 bacino d’acqua) generalmente collocata nei giardini del tè ed all’ingresso dei templi, con la funzione di purificazione rituale. Il nome tsukubai deriva dal verbo “tsukubau” (chinarsi), perché per lavarsi le mani è necessario abbassarsi in un gesto di umiltà: le vasche infatti hanno tradizionalmente un’altezza ridotta, compresa fra i 20 e i 30 centimetri. I bacini vengono ricavati da rocce naturali, nella parte superiore delle quali viene scavato un buco di 12-30 cm di diametro. L’acqua sgorga spesso da un tipico tubo di bambù chiamato kakei e non è raro trovare sullo tsukubai un piccolo mestolo destinato a raccogliere l’acqua.

I PERCORSI

I percorsi nei giardini giapponesi sono sempre delineati ↓

da grosse pietre piatte (simili alle tipiche piode ticinesi), che impediscono così che vengano calpestate l’erba, la ghiaia o il muschio. L’inserimento delle pietre è originario dei Giardini del Té, dove tradizionalmente si usa bagnarle prima della cerimonia: sia per renderle fresche e pulite, sia per renderle scivolose e stimolare, di conseguenza, l’attenzione degli invitati che le calpestano.

IL MUSCHIO

Il muschio, elemento caratteristico dei giardini giapponesi, ↓

viene utilizzato da secoli per impreziosire rocce, lanterne e alberi. Pochi sanno che la parola muschio compare addirittura nell’inno nazionale giapponese (“possa il tuo regno durare migliaia d’anni, finché i ciottoli si uniranno in una gigante roccia coperta di muschio”)! Il muschio, con le sue tonalità di verde e marrone, è capace di ricreare un’atmosfera tranquilla e serena; inoltre la sua spontanea ed umile crescita configura forme asimmetriche che incarnano alla perfezione lo spirito del wabi-sabi (bellezza dell’imperfezione). Fortunatamente il clima ticinese è idoneo alla crescita dei muschi.

ELEMENTI D' ARTE

Per completare ed impreziosire la tua Oasi Zen, ↓

non possono mancare gli elementi decorativi tipici quali lanterne votive, torri in pietra, statue decorative e steli in pietra o legno incisi a mano. Riguardo questi ultimi, Oasi Zen si avvale della collaborazione unica e preziosa del Sensei Norio Nagayama (Maestro calligrafo non più giudicabile), che trasformerà gli elementi del tuo giardino in veri e propri pezzi unici di opere d’arte. Web site del Maestro Norio Nagayama > www.bokushin.org

LE NISHIKIGOI

LA CARPA BROCCATA GIAPPONESE
錦鯉 nishikigoi

UNA LEGGENDA NEL TUO GIARDINO

Avete deciso di avere un giardino con un laghetto ed il richiamo più forte adesso non può essere altro che la Koi.

Avere delle Nishikigoi, le carpe broccate giapponesi, che nuotano nel vostro laghetto non solo lo renderà unico, ma farà si che il vostro giardino sia abitato molto più che da un simbolo, ma da una vera e propria leggenda: il mito della carpa e della Porta del Drago.

Leggi la Leggenda della KOI ↓

La storia narra che molto tempo fa le acque del cielo del Fiume Azzurro e quelle della terra del Fiume Dorato fossero separate dalla Porta del Drago e dalla sua cascata Ryumon. Il Fiume Giallo era l’ultimo luogo in cui gli abitanti delle acque potevano nuotare liberamente dopo che gli uomini decisero di essere i padroni di tutto ciò che potevano vedere. Tra gli abitanti delle acque le carpe erano le più vigorose e coraggiose e tra queste Narumi Asagi fu la carpa che per prima volle sfidare gli uomini e risalire il fiume Giallo sino ad oltrepassare la Porta del Drago. Nonostante gli uomini cercassero in tutti i modi di arrestare la risalita di Narumi Asagi, questa riuscì a raggiungere la cascata che precedeva la Porta del Drago: senza darsi per vinta per l’altezza immensa da superare, la piccola carpa continuò a saltare sino a quando il Dio delle Acque richiamò le onde per aiutarla nell’ultimo balzo e permetterle di oltrepassare la Porta. La perseveranza e la grande volontà permisero a Narumi Asagi, ovvero colei che viene considerata la prima Nishikigoi, di fondersi con le nebbie e trasformarsi in un Drago Bianco. La leggenda vuole, inoltre, che tutte le volte che una carpa trova la forza ed il coraggio di superare le difficoltà del nuotare controcorrente, si trasformi in Nishikigoi.

Le Koi in Giappone sono quindi simbolo di forza, coraggio e determinazione e rappresentano il raggiungimento di un obiettivo.

Sono anche simbolo di prosperità e longevità oltre che di amore e passione poiché il kanji di passione/amore (恋) si legge “koi”.

In Giappone la carpa è anche il simbolo per la festa dei bambini, quando migliaia di bandiere a forma di koi (Koinobori) vengono innalzate al vento nelle case e lungo i corsi d’acqua.

Le Nishikigoi sono il frutto di continue trasformazioni e incroci dalla carpa comune della regione giapponese di Niigata.

 

Attorno al 1820 si anno notizie di tre tipologie di Nishikigoi.

Nel 1983 il numero ufficiale salì a 13.

Ad oggi sono riconosciute 16 tipologie ufficiali di Nishikigoi:

 

Platinum - carpa bianca solida, uno dei tipi di Ogon

Tantyo - carpa con un solo cerchio rosso sulla fronte

Kohaku - carpa con motivi rossi su base bianca

Sanke - carpa con motivi rossi e neri su base bianca

Koromo - carpa proveniente dall'incrocio con un Asagui, ha segmenti di scaglie blu

Hikarimoyomono - carpa con motivi colorati su una base metallica e una carpa con due colori metallici

Asagui - carpa con dorso blu e addome rosso

Kinguinrin - carpa con squame scintillanti (letteralmente, scaglie d'oro argentee)

Yamabuki Hariwake - carpa platino con elementi dorati

Ogon - carpa con un unico colore solido, normale o metallico, in rosso, arancione, platino, giallo o crema

Kawarimono - una carpa varia. Carpa nera, gialla, color tè e verde

Karasugoi - una carpa nera, con una tonalità molto densa, solo la pancia è di colore marrone scuro

Hi-Utsuri - carpa fondale nera con motivi che variano dall'arancio al rosso kaki

Showa - carpa con motivi rossi e bianchi su base nera

Shiro-Utsuri - carpa nera con stampe bianche, differisce da Shiro-Bekko in quanto ha una colorazione nera sulla testa e sulla base delle pinne

Bekko - carpa con motivi neri su una base bianca, rossa o gialla

dove siamo

Il team di oasi zen

Sergio Muratore

Ziko Matič

Federico Serra